La sera del 12 aprile 2012, presso la Biblioteca di S.Agata sul Santerno, si è tenuta una conferenza inerente l'Operazione Buckland. La serata, organizzata dal sig. Daniele Ricci Mingani, è stata una favorevole occasione per poter parlare approfonditamente e correttamente dei tre Liberator B-24 precipitati nei pressi, che tanto sono rimasti impressi nella memoria collettiva della cittadina romagnola. Quei drammatici eventi si verificarono durante i pesantissimi bombardamenti in appoggio alle fanterie sui fiumi Senio e Santerno del 9 e 10 aprile . La zona di S.Agata, facente parte dell'Area Apple, fu ripetutamente bersagliata dai Liberator del 47th Bomb Wing con bombe antiuomo a frammentazione da 20 libbre.
Alle 14,30 del 9 aprile il B-24 J Serial Number 42-51870 nickname "sick call 4" del 450th BG 720th BS della 15th USAAF venne accidentalmente investito da alcune bombe sganciate dal gruppo che lo precedeva e che si trovava ad una quota maggiore rispetto alla sua. Il Sgt. David B. Kline, mitragliere di coda dell’aereo leader della seconda unità d’attacco, vide distintamente che il B-24 nr. 10 della seconda unità, colpito nella parte posteriore, si staccò dal resto della formazione. La medesima testimonianza fu rilasciata dai Sergenti Samuel E. Alexander e Paul Blanchard che volavano su altri due bombardieri. Il B-24 colpito, divenuto assolutamente ingovernabile, iniziò immediatamente a precipitare in vite per poi schiantarsi tra l’argine del fiume Santerno e la via Bastia poco fuori l’abitato di S.Agata. Vennero osservati quattro paracaduti aprirsi, ma il numero potrebbe essere più alto. In quanti siano stati effettivamente non lo sapremo mai, anche perché non ci furono superstiti: testimonianze affermano che soldati della Decima Mas (effettivamente in zona era presente il Battaglione N.P. Nuotatori Paracadutisti della R.S.I.) appostati sugli argini del Santerno spararono loro addosso mentre scendevano dal cielo uccidendoli tutti. Questo l'equipaggio: pilota 2nd Lt. Owen N. Wahl, copilota 2nd Lt. Leonard Markley, navigatore 2nd Lt. Julius Kunz Jr, puntatore 2nd Lt. Edwin I. Weseman, motorista Sgt. Luther G. Snyder, marconista Sgt. Michael M. Keucher, mitraglieri Sgt. John C. Sanford, John J. Rogosz, Billy B. Maxwell, Charles E. Brown e Cpl. Michael J. Fayden. Un'ora dopo, alle 15,20, la zona fu bombardata dal 461st BG: nelle foto aeree scattate per documentarne l'esito si vede chiaramente la colonna di fumo nero innalzarsi sul luogo del crash. Alle 19,20 i bombardamenti cessarono: i cacciabombardieri sorvolarono il Senio per l'ultima volta senza sganciare, dando così il segnale di attacco convenuto per le fanterie. Il giorno seguente i bombardamenti ripresero con la stessa intensità: cambiarono altresì le zone di sgancio (Area Charly e Area Baker) più in profondità rispetto alle precedenti. Alle 12,10 del 10 aprile cadde un secondo Liberator: si tratta del B-24 L Serial Number 44-49710 “Stevenovich II” del 464th BG 779th BS noto soprattutto come “Black Nan” per la lettera N nera in fusoliera. Subito dopo lo sgancio, il Liberator fu colpito da un colpo diretto di contraerea che gli spezzò l'ala sinistra. Unico superstite dell'equipaggio fu il radar navigator 1st Lt. Edward F. Walsh; catturato non appena toccò terra, fu portato in un ospedale civile dove gli furono mostrate le piastrine di tre dei suoi compagni: del pilota Lt. Col. James H. Gilson, del puntatore Cap. George R. Wall e del mitragliere S/Sgt. Melvin C. Thomason. I tedeschi gli comunicarono che ne avevano trovato i corpi tra i rottami dell’aereo ma Walsh, osservando con attenzione gli oggetti, si accorse che non portavano segni né di bruciature né di colpi violenti. Da questo indovinò che erano stati uccisi durante la discesa col paracadute. Quanto agli altri, non lo poteva sapere, ma solo immaginare: il Black Nan aveva trascinato nella sua caduta sette uomini. Erano il copilota Capt. Charles H. Foote, i navigatori 1st Lt. Robert J. O’Leary e Capt. Lacy P. Morton, il motorista T/Sgt Jerrold R. Ruben ed i mitraglieri S/Sgt Charles F. Montague Jr, Robert C. Rogers e Norman S. Cope. Il rapporto sulla perdita del Black Nan riporta che l’aereo precipitò indicativamente in un’area a sud di Medicina. Durante la ricerca di testimonianze è emerso che esso cadde presso Sesto Imolese, più precisamente in località La Balia. Alle 12,21, dieci minuti dopo la caduta del Black Nan, precipitò il terzo B-24. Si tratta del Serial Number 44-49294 “White X” del 485th BG 830th BS. Immediatamente dopo aver sganciato, l’aereo incassò almeno un colpo diretto da flak nella stiva bombe che causò gravi danni e scatenò un incendio a bordo. Solamente tre membri dell’equipaggio riuscirono a salvarsi: copilota Major Harold Pruitt, secondo navigatore 1st Lt. Thomas McCune ed il puntatore 1st Lt. Murad Piligian. Meno di un minuto dopo l’aereo esplose in volo e “broke into several pieces”. Letteralmente si spezzò in varie parti. Gli altri otto uomini a bordo erano il pilota Capt. Donald Gambrill, navigatore Capt. Robert Scott, operatore radar 1st Lt. Louis Kunet ed i sergenti mitraglieri Maurice Helmann, Harley Grill, Herbert Osofsky, Desmond Clarck, Robert Gaffney. Le testimonianze riguardo al destino di questo equipaggio sono discordanti: il Sgt. Sandwik, che volava su un B-24 a fianco, vide solamente tre uomini uscire dall’aereo in fiamme prima dell’esplosione e vide solamente tre paracadute aprirsi. Il Major Pruitt, uno dei tre superstiti, dichiarò invece che furono in sette ad uscire dall’aereo prima dell’esplosione e furono tutti presi a fucilate da terra. In ogni caso, i tre sopravvissuti dopo la cattura furono ricoverati in un ospedale da campo tedesco e curati per ustioni di secondo grado. I resti del bombardiere si dispersero in un'area molto vasta, al punto che all'epoca si credette che fossero due: riportiamo uno scritto di Gastone Marri, sindacalista e storico di Massa Lombarda, che parla proprio dei bombardamenti di quei giorni.“Le batterie piazzate nelle campagne di Massa Lombarda sparavano simultaneamente quando i quadrimotori americani, compiuto lo sgancio, stavano eseguendo la virata per filare a sud. A questo punto, in piena virata, quando l’assetto del velivolo è precario, venivano sparate salve da 16 pezzi da 88 mm. Quattro quadrimotori Liberator colpiti in pieno precipitarono in fiamme, molti altri si allontanarono con incendio a bordo. E’ da lamentarsi l’uccisione di una parte dell’equipaggio (5 uomini) di un quadrimotore precipitato in fiamme, mentre stava scendendo con l’aiuto del paracadute. Testimoni oculari sono concordi nel dichiarare che i tedeschi alla vista di piloti americani che scendevano dagli apparecchi colpiti a mezzo del paracadute aprirono il fuoco con le mitragliere da 20 mm piazzate sulle sponde del Santerno uccidendo 5 membri dell’equipaggio. I quadrimotori colpiti precipitarono nelle seguenti località: 1 in S.agata sul Santerno, a ridosso della sponda del fiume, a destra della via provinciale ferrarese, un Km a nord di S.Agata; 1 in località Osteriola; 1 in località Selice (colono Ceroni); 1 in località Gambellara.” Questo conferma che il White X esplodendo abbia sparso i suoi pezzi dalla via Selice (all’altezza dello stabilimento Yoga) fino al fosso Gambellara (in direzione di Sasso Morelli).Sequenza delle immagini da sx a dx e dall'alto in basso: B-24 "Sick call 4, Lt. Owen Wahl, bombardamenti del 450th BG (www.450thbg.com); MACR del B-24 "Sick call 4" (NARA) e crash site presso S.Agata;bombardamenti del 10 aprile presso S.Agata e B-24 "Black nan"; locandina della conferenza.