In questa nuova ricerca parleremo di un B25 Mitchell e di un "Don" prete rustico come come le sue montagne. Due storie che si incrociano nel pieno del secondo conflitto mondiale.
Siamo in primavera, le belle giornate di sole e aria ancora fresca, sono perfette per nuove "Avventure" e ricerche, neanche farlo apposta ecco che arriva puntuale la telefonata di quel segugio di Luciano, mi parla di una contrada in Lessinia dove viveva e professava un parroco Don Alberto Benedetti conosciuto come il "Prete dei castagnari". Ma cosa c'entra un prete con le nostre ricerche! C'entra...c'entra...., mi risponde, andiamo. Mentre saliamo con la macchina verso la contrada di Ceredo comincia a raccontarmi che nella casa del Don, si vocifera ci siano reperti di guerra raccolti in giro per le montagne e lì vicino anche pezzi di un aereo in possesso di un contadino e mi mostra una foto di uno di questi , guardo e riguardo quella che sembra essere una parte di ala con un pozzetto di ispezione e i resti scoloriti di colore blu cobalto e si leggono ancora i codici di fabbrica attribuibili a un B25. La cosa comincia a farsi interessante.....
Eccoci arrivati nella contrada , poche case tipiche e nessuno in giro, mi siedo davanti a un portone di un garage all'ombra, e chiedo a Luciano: sei sicuro che siamo nel posto giusto ? Si volta e con leggera smorfia mi indica di guardare in alto, ero seduto all' ombra di un pezzo di ala che murata, fungeva da tettoia sopra la porta garage.
Il Don aveva una sua casa privata che chiamava Isba," tipica casa della steppa" e una sua discendente a richiesta la apre ai visitatori, é un museo a ricordo di Don Alberto. Con una certa apprensione e curiosità entriamo, la foto a corredo vi descrive meglio l'interno, come si vede ci sono molti oggetti tipici di vita quotidiana e, incredibile due castelli di mitragliatrici Browning che fanno da supporto al fornello. Fotografo di tutto e di più, mentre usciamo si rafforza l'ipotesi che siamo di fronte ai resti di un B25, si ma quale ? E quando e dove é caduto?
Passiamo dal contadino e anche qui le sorprese non finiscono...nella stalla sono custodite quattro centine alari, che sembrano appena uscite di fabbrica e nel pollaio un bel pezzo di ala con la classica stella dipinta, siamo nel tragicomico. Da dove provengono? chiediamo. Da una montagna sopra Peri.risponde...ok! Ci siamo quasi!
7 marzo 1945 storia di un B-25 J e del suo equipaggio.
Aeroporto di Alesani, Corsica é mattina inoltrata, 24 B25 Mitchell scaldano i motori. Siamo nella sede del 340th gruppo da bombardamento americano composto dalle squadriglie 486th, 487th, 488th, 489th. Alle ore 10,10 la 487th e la 489th squadriglia decollano a breve distanza una dall'altra, due formazioni di 12 aerei, obbiettivo? La valle del Adige, passo strategico con la sua ferrovia e strada verso il Brennero. Questa volta l'obiettivo è la stazione di Peri (provincia di Trento)e il suo scalo ferroviario.
Nel paese é mezzogiorno, quando le prime bombe cadono sulla riva del fiume e sul lato destro della ferrovia. I dodici aerei della 487th a circa 3600 m. di altitudine, favoriti da una buona visibilità e disturbati solo dalla turbolenza del vento (come riportato nel rapporto) dopo lo sgancio fanno rotta per la Corsica senza perdite.
Arriva sul bersaglio la 489th ma questa volta la risposta della contraerea tedesca non si fa trovare impreparata, con un bel fuoco di sbarramento dei famosi cannoni da 88 mm. centrano l'aereo del capo formazione nel motore di sinistra che si incendia, si stacca anche l'ala dallo stesso lato, ormai privo di controllo il B25 precipita. Passato il pericolo gli abitanti del paese accorrono sul luogo dello schianto e arraffano il prezioso alluminio e quanto é possibile trasportare. Tra i rottami anche il cadavere di un aviatore, ricomposto e seppellito pietosamente sul posto: si tratta del Sgt. Paul Wheeler.
E il Don? Eh si! arriva anche lui e visto che la meccanica più delle funzioni é la sua passione, si prende la sua parte e chissà come toglie le spolette dalle bombe, impossessandosi anche dell'esplosivo interno che lo renderanno "Famoso" presso la Curia di Verona e i carabinieri. L'esplosivo lo utilizza in due occasioni: la prima per rimuovere una frana che aveva ostruito l'acquedotto e l'altra per quasi demolire la canonica... (non é una buona idea saldare con dei pani di dinamite vicino). Vivo per miracolo finì all' ospedale, ma riuscì a cavarsela e poté così continuare i suoi folli progetti
Comincia la ricerca.
Dunque, abbiamo un bimotore americano e un aviere morto. Quale aereo ? Quale equipaggio ? Solo i rapporti e i MACR (Missing Air Crew Report) americani possono fornire indicazioni ma come sempre sono migliaia di pagine da leggere, a quel tempo non conoscevano ancora la data precisa. Comunque i MACR sono ricchi di particolari e riportano talvolta anche le matricole delle armi di bordo. Mi ritornano in mente le Browning che avevo fotografato nella Isba e, ingrandendo le immagini si vedono chiaramente le matricole.
Mi serve aiuto !!! Passo il tutto a uno dei più grandi ricercatori storici che conosco, un friulano, Freddy Furlan. Dopo qualche giorno arriva la tanto attesa risposta, lo abbiamo trovato, a prezzo di nottatacce (mi fa presente......) Si tratta del B 25 j sn.43-35964 , sigla sul timone 9A, pilotato dal Lt.John Daniels, copilota Magg. Rittenhouse , operatore radio/mitragliere sgt. Paul Wheeler é lui che trovandosi nella parte di sinistra della fusoliera rimane ferito e rimarrà ucciso nel crash tra i rottami dell'aereo. Era così ustionato dall'incendio che verrà scambiato per una persona di colore.
Si trovano poi a bordo LT Harold G Lynch mitragliere frontale, LT George E. Dunn navigatore, Sgt. Joseph H. Gilmore addetto allo sgancio, Sgt. Spencer George mitragliere di coda.Lo spaccato qui sotto vi permette di vedere la posizione dell' equipaggio. Tutti si salveranno con il paracadute.
Bene, abbiamo tutte le informazioni che ci servono, si caricano i metal e si parte, le solite domande ai "Veci" del paese e anche il luogo approssimativo ci viene indicato, questa volta ci faremo aiutare da un altro gruppo specializzato in ricerche aeree. É un sabato mattina, siamo in quattro io, mio fratello Paolo, e due ricercatori, il posto é parecchio impervio e la pendenza da capre, la vegetazione consente poco movimento, si fatica a muovere i metal detector. Ci arrampichiamo in tutte le direzioni si suda parecchio ma alla fine la nostra fatica viene premiata. Il sibilo del metal indica qualcosa sotto i nostri piedi due picconate e ecco apparire del metallo. Dallo scavo cominciano ad affiorare pezzi di strumentazione siamo sopra la cabina di pilotaggio, troviamo di tutto, plexiglass dei finestrini, allumino, snodi, targhette, parti di leveraggio, tanto materiale da analizzare e catalogare. Ci dobbiamo poi fermare, arriva il tramonto, si torna alle macchine, i soliti saluti, anche questa volta le nostre fatiche sono state premiate, mi volto a guardare i monti e la valle da dove spunta il campanile di Peri. Cerco di rivivere con la mente quel 7 Marzo del 45, l’eco assordante dei bimotori nella valle che si avvicinano al paese, i colpi secchi della contraerea le bombe che cadono a pioggia il fumo le esplosioni e il roteare del bombardiere colpito con l’ala staccata che precipita in fiamme, i paracadute che si aprono portati dal vento
Poveri ragazzi e poveri valligiani.
Arrivederci alla prossima.
Mirco Caporali.