Operation Records Book (RAF Form 541): Forlì L.G. 10/3/45 Mosquito XIII MM527 - W/O Chamberlain R.E. - F/Sgt. Goodyear N. - Ranger Patrol - 18.05 – 19.25 – Ditched.
Il testo che segue è tratto dal volume Aerei perduti Polesine 1943-1945: Il 10 marzo 1945 fu un giorno dal bilancio pesante per le forze aeree alleate: in un solo giorno 4 aerei precipitarono in Polesine. Ultimo in sequenza temporale fu il Mosquito XIII MK527 del 256 Sqn. RAF pilotato dal W/O R.E.Chamberlin e affiancato dal navigatore F/S. N.Goodyear. Decollati alle ore 18.05 da Forlì, essi dovevano compiere una missione di pattugliamento a nord-est di Venezia, dove furono osservate delle barche nell’Adriatico. Una leggera e non accurata flak, probabilmente collocata nell’estuario del fiume Piave, accolse il Mosquito quando si avvicinò alla costa. Il pilota, avvistate le imbarcazioni, aprì il fuoco sparando con il cannone da 20 mm che aveva sul muso dell’aereo. Improvvisamente, mentre sparava, “nose of aircraft blew off on firing cannons”, la prua dell’aereo saltò via. I frammenti entrarono all’interno del radiatore centrale, mentre il motore rimase scoperchiato. Non fu possibile mantenere in quota l’aereo in quelle condizioni, “but was forced to feather again”. Alle ore 19.05 l’aereo perse quota abbastanza velocemente e infine uno dei due motori lo piantò in asso quando si trovava in prossimità dell’estrema propaggine del delta del Po. Un attimo prima di toccare terra, dopo che il pilota ebbe il tempo di trasmettere il “Mayday”, l’aereo esplose scaraventando fuori il pilota ed uccidendo il suo navigatore. Nonostante le ustioni, la testa e il viso feriti ed una caviglia rotta, egli riuscì ad entrare nel suo canotto di salvataggio. Lanciando il “Mayday”, egli era riuscito ad allertare la ”Air Sea Rescue Organization”, l’organizzazione di soccorso in mare. Si alzò in volo un Warwick, scortato da un Boston e un Baltimore ma, a causa di “enemy night fighters” presenti nella zona, le ricerche furono sospese al crepuscolo. Le ricerche ripresero subito dopo l’alba con un Walrus, ma il cielo era nuvoloso ed ostacolava le ricerche. Esse ripresero di primo pomeriggio con il Warwick BV 415 del 293° Sqn., pilotato dal F/L A. Rawlings. Quando finalmente scorse il canotto, Rawlings richiamò un Walrus e poco dopo il F/S R.J. Bickle e il suo equipaggio arrivarono sulla scena. Rawlings lanciò una serie di segnali di fumo per guidare il Walrus fino al canotto in cui si trovava il pilota del Mosquito. Il F/S Bickle si diresse verso il canotto e si rese conto che Chamberlain, il pilota del Mosquito, si trovava in una zona minata. Bickle atterrò avvicinandosi il più possibile con il suo Walrus e fermò il motore. Due membri dell’equipaggio del Walrus, i F/S A.S. Goldstein e W.Burnett, gonfiarono un altro canotto e tentarono di raggiungere il pilota ferito, ma la corrente era troppo forte e dovettero rinunciare all’impresa. Bickle richiamò nuovamente il Warwick e Rawlings effettuò un perfetto lancio della scialuppa di salvataggio motorizzata (lifeboat) che finì appena a 50 yards dal Walrus. Goldstein e Burnett riuscirono ad agganciarsi alla lifeboat e ad entrarci. Essi avviarono il motore e, procedendo con molta attenzione, entrarono nella zona minata fino a raggiungere Chamberlain. Una volta recuperato, rifecero lo stesso percorso così pericoloso fino al Walrus. Questa fu l’unica volta che un Lifeboat fu paracadutato a dei soccorritori i quali poi completarono con successo il salvataggio. Bickle, pilota del Walrus, una volta caricato a bordo il pilota del Mosquito, decollò alle 15,45 dopo aver trascorso quasi due ore in acqua e fu scortato alla base dopo che gli Spitfire affondarono sia il Lifeboat che il canotto di salvataggio. Il corpo del navigatore F/Sgt. N.Goodyear riposa al Padua War Cemetery