Il 22 marzo 1944 avvenne uno scontro tra i Messerschmitt Bf 109 del JG 53 ed una formazione americana composta da B-17 e P-38 diretta a bombardare l’area di Verona. Tale scontro, che dai documenti ufficiali tedeschi viene collocato in prossimità di Ferrara, si svolse in realtà più a sud; la ricostruzione di quella battaglia è stata curata dagli storici contemporanei Valentini e D’Amico ed è leggibile nel libro “Un aereo, una storia” a cura di Giancarlo Stella ed edito da Walberti di Lugo: “22 Marzo 1944. Campo di Salsola (FG), 36 P-38 Lightning del 1st FG USAAF decollano alle ore 12,54 per effettuare un volo di scorta a 115 B-17 del 2nd, 97th, 99th e 301st BG diretti a bombardare lo scalo merci di Verona. (…) Allertati dalle stazioni radio, circa 20 Messerschmitt Bf109 del Geschwaderstab e del II./JG53 decollano alle ore 14,15 dal campo di Maniago diretti verso sud. L’incontro con i P-38 di scorta avviene tra le ore 15,10 e 15,15 a NO di Ferrara. I Messerschmitt manovrano controsole salendo fino a quasi 9000 metri e poi si gettano in picchiata a coppie ed a pattuglie di quattro cercando di colpire i bombardieri di testa alla formazione. La pronta reazione dei P-38 disperde il primo attacco. Altri otto Bf109, dotati di lanciarazzi W.Gr da 210mm, seguono una rotta parallela ai B-17. Quando sono alla loro altezza, virano contro di essi e si preparano a sparare ma anche in questo caso l’attacco da parte dei P-38 provoca lo sparo anticipato dei proiettili che non causano danni. Sei dei Messerchmitt effettuano un rovesciamento e picchiano verso il suolo, mentre i due rimasti attaccano: uno dei due caccia (il Bf109 “10 bianco” W.Nr.162034 dell’Uffz. Helmuth Beck del 1.Staffel) viene colpito dal Lt. Charles E. Simpson del 71st FS che lo danneggia in modo tale da costringere l’Uffz. Beck a lanciarsi con il paracadute a 30 Km SE di Forlì (1). Nel lanciarsi, il pilota tedesco urta con la gamba sinistra il timone di coda, provocandosi una leggera ferita. Al Lt. Simpson viene accreditato un aereo nemico distrutto.
Un’altra coppia di Bf109, la cui parte inferiore del cofano motore di colore giallo è notata dai piloti americani effettua un attacco frontale ai bombardieri per poi gettarsi in picchiata virando a sinistra. I P-38 della sezione “Red” del 27th FS li inseguono sparando brevi raffiche con una deflezione di 45°. Il Lt. James S. Alford capo pattuglia, a bordo del P-38 Ser.No. 42-67044 apre il fuoco a circa 200 metri ma non vede colpi andare a segno. I due Bf109 fingono allora un rovesciamento e virano per cercare di prendere in coda i P-38 che gli virano a loro volta incontro. Il Lt. Alford apre il fuoco una seconda volta sparando con una deflezione di 90° e da una distanza inferiore ai 70 metri, la rosa concentrata dei colpi raggiunge il secondo Bf109 nella parte ventrale. Il velivolo colpito è il Bf109 W.Nr. 162279 <3+ dell’Ofhr. Hans-Johachim Fischer del Geschwaderstab che non è in grado di chiedere aiuto ai suoi compagni poiché la radio era stata rimossa dal suo aereo; il Lt. Alford vede i propri proiettili andare a segno e alcuni pezzi staccarsi dalla parte inferiore del velivolo costringendo l’Ofhr. Fisher a fuggire gettandosi in picchiata. Alford dichiara un aereo nemico danneggiato, ma l’Ofhr. Fischer è stato colpito mortalmente e la sua lunga picchiata si conclude con lo schianto a terra, in località S.Bernardino di Lugo (RA)”. Dopo la battaglia, l'Ofhr. Fischer venne dato per disperso tra Ferrara e gli Appennini nonostante le autorità germaniche fossero state avvisate dello schianto di un aereo tedesco avvenuto presso S.Bernardino di Lugo. Fischer rimase disperso fino al 1998 quando furono rinvenuti i suoi resti e parte del suo aereo in un pescheto ad una profondità di 8 metri.
Le immagini sono tratte dal libro “Un aereo, una storia”.