Articolo pubblicato sul nr. 50 di “Pagine Altotiberine” a cura dell’ Associazione Storica dell’Alta Valle del Tevere.
Fausto Fornaci Sgt. Magg. Pilota. Un asso della caccia italiana
E’ una battaglia furibonda quella che si sta svolgendo nei cieli del nord-est italiano nei pressi di Vicenza. Una quindicina di caccia Messerschimtt 109 dell’Aviazione Nazionale Repubblicana ha attaccato la formazione di P-47 Thunderbolt di scorta ai bombardieri alleati B25 i cui obbiettivi sono le strutture della ferrovia che collega Verona al Brennero. I caccia dell’ANR sono decollati dagli aeroporti di Osoppo e di Aviano e, come racconta il Cap. Mario Bellagambi, comandante del gruppo, in un articolo pubblicato sulla rivista Ali Nuove nr. 1 del 1/15 gennaio 1953, “ci trovammo con una quindicina di caccia sulla zona del Garda contro altrettanti nemici, i quali si presentarono in netto svantaggio tattico. Ciò c'incoraggiò al combattimento nel quale insistemmo oltre il previsto. Intanto, con il collegamento radio, affluirono in zona numerosi altri avversari e la situazione diventò preoccupante. Esaurendosi il carburante tentammo di rompere il combattimento in direzione est, ma fummo inseguiti e tenuti agganciati da caccia nemici tipo Mustang e Thunderbolt. Ci trovammo in sei, pressoché in linea di fronte, ed ogni volta che qualche avversario giungeva a contatto balistico effettuavamo un giro per sventare l'attacco. "Ma al terzo tentativo della caccia alleata, uno dei piloti non ci sta ed accetta il combattimento. Sa che la lotta sarà impari, ma sa anche che così facendo permetterà al resto della pattuglia di allontanarsi senza rischi. Inutili i richiami del suo comandante, il pilota affronta con coraggio i P 47 che lo stanno attaccando. L'impari lotta dura solo qualche minuto, il Messerschmitt 109 viene centrato in pieno dalle raffiche di mitragliatrice e precipita al suolo. Così muore il Sgt. Magg. Fausto Fornaci, pilota della squadriglia "Diavoli Rossi", il 6 febbraio 1945. Aveva 27 anni.
Ma chi era Fausto Fornaci? Nato a Umbertide il 5 giugno 1917 entra in aeronautica nel 1939. Nel 1941, dopo qualche mese nei Balcani, viene trasferito sul fronte russo dove si guadagna la Medaglia d'Argento al Valore Militare partecipando a moltissime missioni e contribuendo all'abbattimento di molti aerei nemici. Nel 1942 con il suo Macchi 200 abbatte un asso dell'aviazione sovietica che ebbe poi modo di conoscere personalmente. Anche la Luftwaffe si accorge del suo valore e lo premia con la Croce di Ferro di 20 classe. Rientrato in Patria partecipa alla difesa aerea di Napoli guadagnandosi la Medaglia di Bronzo al Valore Militare (gennaio 1943) e la sua seconda Croce al Valore Militare (febbraio 1943). Dopo 1'8 settembre entra a far parte dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana nel 2° Stormo caccia impegnato nella difesa del Nord Italia dagli attacchi degli alleati. Con il suo Me 109 conferma la sua grande abilità di pilota guadagnandosi un'altra Medaglia d'Argento ed un'altra Croce di Ferro. Cade a Lupiola di Sandrigo (VI). Nel 1953 Umbertide vuole ricordare il suo valoroso pilota con una solenne cerimonia funebre. L'amministrazione è di sinistra ed è guidata dal Sindaco Serafino Faloci reduce, come volontario, della parte opposta a quella di Fornaci. Oggi sappiamo che l'urna scortata al cimitero era miseramente vuota non essendo a conoscenza se e dove fosse un eventuale luogo di sepoltura. Ma proprio, e forse, soprattutto per questo e per il fatto che è un sindaco socialista che l'ha voluta, che la cerimonia assume una valenza di grande portata. Anche gli umbertidesi comprendono e tutto il paese segue il feretro del concittadino che, con la sua morte, ha dimostrato quale valore abbia dato alla lealtà e al rispetto delle proprie idee. Qui potrebbe finire la nostra storia, una storia come tante, di gente valorosa caduta facendo il proprio dovere in una guerra orrenda. E qui finirebbe se qualche anno fa, nel 2002, il GAVS (Gruppo Amici Velivoli Storici) di Vicenza, il cui scopo è la ricerca, il recupero ed il restauro di velivoli del passato, a seguito di accurate ricerche scopre il luogo dove sono sepolti i resti del pilota (il cimitero di Vicenza) , poi, seguendo testimonianze orali di gente della zona, giunge alla conclusione che nella frazione di Lupiola, nell'aia di un cascinale, dovevano esserci i rottami dell'aereo di Fausto Fornaci. Ricerche effettuate con un metal detector di notevole potenza messo a disposizione dall'associazione "Agmen Quadratum" che collabora all'operazione, confermano che una grande massa ferrosa è presente nel sottosuolo e, ottenuti i permessi necessari, il 12 gennaio 2002 iniziano gli scavi. L'operazione, dopo qualche iniziale difficoltà, ha pienamente successo. Alla profondità di circa 6 metri vengono recuperati, oltre a vari frammenti del velivolo, anche pezzi importanti come parti del carrello, le due mitragliatrici ed il cannoncino, il sedile corazzato, il serbatoio autostagnante ed infine lo splendido motore Daimler-Benz 605 che equipaggiava l'aereo. Ma quelli che offrono le maggiori emozioni sono alcuni effetti personali del pilota, ormai ridotti in brandelli, come i guanti, parti della tuta e di uno stivale e piccoli frammenti ossei che vengono consegnati ai carabinieri presenti al recupero fin dall'inizio. Tutto fa pensare che l'aereo sia quello, ma la conferma definitiva viene data dal ritrovamento di una lettera indirizzata a Fausto Fornaci tra le pagine di un libro tascabile rinvenuto tra i rottami. Ormai non ci sono più dubbi. Il 6 aprile dello stesso anno, una delegazione di Umbertidesi guidata dal colonnello pilota Giuseppe Cozzari, che dopo 1'8 settembre ha combattuto a fianco degli alleati, si reca a Sandrigo a ritirare i poveri resti di Fausto Fornaci. Ne fa parte anche la nipote Cinzia figlia di Mario, fratello di Fausto e maestro elementare per molti anni a Monte S. Maria Tiberina. Li aspetta il fedele motorista di Fausto, Luigi Santimone, che non ha voluto mancare l'occasione per dare l'ultimo saluto all'amico e compagno di tante battaglie. Dopo la cerimonia il GAVS, insieme all'urna, consegna anche un pistone, parte del motore dell'aereo di Fausto. Poi il ritorno alla sua Badia di Montecorona la cui chiesa lo accoglie per l'ultimo saluto. (…) Oggi i resti dell’aereo completamente ripuliti sono visibili nel museo storico allestito presso l’aeroporto “Dal Molin” di Vicenza.
Immagine tratta da www.alatricolore.it