La quinta operazione giornaliera per il 3° Sqn. RAAF consisteva nell’attaccare cinque tanks tedeschi segnalati nella zona di Castelguelfo. Alle 13,55 decollarono da Cervia quattro Mustang III guidati dal W/O Taylor: gli australiani giunti sul luogo ebbero qualche difficoltà ad individuare il bersaglio a causa del cielo parzialmente nuvoloso. Il leader, approfittando di qualche varco nella coltre nuvolosa, riuscì ad intravedere quelli che credeva essere tre carri nemici ma, effettuando la picchiata per colpirli, si accorse di essersi sbagliato ed evitò di sganciare, cosa che invece non fecero i suoi gregari. Terminato il bombardamento non si ebbero più notizie del W/O Tasman Kenneth Higgins, sparito nelle nubi con il suo Mustang KH638. Il leader W/O Taylor non riuscì a spiegarsi la scomparsa, poiché non vi era stata alcuna reazione contraerea e Higgins non aveva lanciato nessun allarme via radio. Fu osservato a lungo il terreno alla ricerca del Mustang o dei suoi resti, ma le ricerche risultarono vane. I tre australiani atterrarono regolarmente alle 15,15 e Higgins fu dato disperso. I suoi tre compagni non potevano sapere che era precipitato a cinque chilometri di distanza, nei pressi della chiesa di Sellustra: per cause anche a noi ignote, dopo la picchiata si era diretto verso sud volando a bassissima quota, sorvolando il paese di Casola Canina dove spaventò non poche persone che se lo videro quasi piombare sulla testa. Higgins, che evidentemente aveva dei grossi problemi al suo aereo, spanciò in un terreno agricolo dove sradicò parecchi alberi da frutta. Uscì lievemente ferito dall’atterraggio forzato: in paese ci si ricorda ancora dell’avvenimento con molta dovizia di particolari, come ad esempio che era australiano e che venne preso prigioniero dai paracadutisti tedeschi (fallschirmjager) presenti in zona. La prigionia di Higgins non durò che poche ore, in realtà, più che catturato, fu soccorso dai militari tedeschi: durante la ritirata, questi lo lasciarono in un centro medico di soccorso dove venne trovato dai militari alleati dopo la Liberazione. Un trattamento molto diverso toccò invece al suo Mustang: dopo aver prelevato tutta la benzina disponibile, venne incendiato e fatto saltare dai paracadutisti.
Nell'aprile 2010 il figlio del pilota, mr. David Higgins, è venuto in Italia per ripercorrerne le orme. Ha così potuto vedere Fano, sede all'epoca del 3° Sqn. RAAF, il sito dove sorgeva l'aeroporto di Cervia ed il luogo dove fu abbattuto il padre. Il racconto di quella esperienza è pubblicato nel sito del 3° Sqn. RAAF.