23 aprile 1945 – Captain John Delbert Hurst – Lockheed P-38 “Lightning”, modello L-1-LO, Serial Number 44-24379 – Vigonza (PD)

Nato il 10 maggio 1919 a Belnoore, California, USA, abitante al momento dell’arruolamento a Glendale, contea di Los Angeles, California, impiegato presso la “Lockheed Air Craft”, sposato con Mary Lucille. (1)

Matricola 0-763433, Captain del 1st Fighter Group, 27th Fighter Squadron dell’USAAF.

Precipitato il 23 novembre 1945 a Vigonza nella frazione di Peraga. Sopravvissuto e tornato in patria.

A fine aprile è in corso l’operazione “Grapeshoot”, la battaglia che porterà alla conclusione del Secondo conflitto mondiale in Italia con la resa delle truppe germaniche del 2 maggio. Inizia il 6 aprile con lo sfondamento della “Linea Gotica” da parte degli Alleati, che il successivo 23 aprile passano il Po dando così il colpo definitivo alla resistenza tedesca, obbligandoli ad una veloce e disordinata ritirata. Il 23 aprile le strade venete sono percorse dai tedeschi, che inquadrati in grandi unita o a piccoli gruppi, con ogni mezzo cercano di raggiungere il confine per evitare la cattura; il movimento è ostacolato dall’aviazione Alleata, che bombarda ponti, viadotti e mitraglia le colonne in ritirata.

Quel giorno Hurst è al comando di una squadriglia di P-38 decollati dall’aeroporto pugliese di Lesina per una azione di bombardamento e mitragliamento nella zona di Padova, alle 14:45 Hurst sta mitragliando da un’altezza di 30 metri, quando il Second Lieutenant Donald lo avverte per radio che dall’aereo uscivano delle fiamme, Hurst conferma di saperlo e porta l’aereo ad una quota di 600 metri e si lancia. Donald vede Hurst atterrare senza conseguenze e voltarsi a salutarlo, per poi dirigersi verso una casa di contadini. Dietro di lui c’erano molte persone in abiti civili, che in precedenza erano accorse sulla scena. (2)

Altri particolari li conosciamo grazie alla testimonianza che Hurst rilasciò in America in un’intervista del 1969 dal titolo “Ha messo nel sacco 9 tedeschi. Un pilota della Swift Air è un veterano dei P-38”. L’articolo spiega ai lettori che il pilota della linea aerea “Swift Air” è un asso dell’aviazione per aver abbattuto nove aerei tedeschi, aggiunge che fu abbattuto solo una volta, in Italia; l’articolo continua con la testimonianza di Hurst: “Avevo appena condotto la mia squadriglia in un'azione di bombardamento durante la quale ero riuscito a sganciare tutte le bombe tranne una” disse “Quella bambina era rimasta appesa accanto al mio motore destro. Poi vidi una fila di alberi di eucalipto, che secondo me nascondeva dei tedeschi, quindi ordinai ai miei ragazzi di seguirmi. Infatti i tedeschi c'erano. Gli alberi erano pieni di armi che colpirono il mio motore destro con accanto la bomba appesa. Sono salito a 400 metri e mi sono lanciato”. La settimana seguente i partigiani italiani lo spostarono da un posto all'altro per nasconderlo al nemico, alcune volte fu quasi gomito a gomito con i tedeschi. Alla fine fu raccolto da un convoglio australiano [ndr – Inglese], che lo portò a Venezia. “Ragazzo. Lì abbiamo trascorso un bel po’ di tempo in un Hotel” disse sorridendo, “Ci siamo divertiti da matti per alcuni giorni, trattati come dei re. …. Ho incontrato un giornalista che ha chiamato mia moglie per dirle che stavo bene. Qualche giorno dopo, lei fu informata dal governo che ero stato abbattuto. " (3)

Ciò che accadde a Hurst non sfuggì al Commissario Prefettizio di Vigonza, che alla Prefettura Repubblicana e al Comitato Provincia Protezione Antiaerea, scrisse una lettera con la quale informa della morte di diciassette cittadini della frazione di Perarolo e alla fine aggiunse: “Comunico in fine, che nel territorio di questo comune è precipitato incendiato al suolo, colpito dalla contraerea, un aereo nemico. Sembra che il pilota si sia salvato col paracadute ma non risulta sia stato trovato” . (4)

Hurst era atterrato a Peraga in via Cristoforo Colombo; alcuni abitanti del luogo ricordano ancora l’episodio. Il signor Carlo Barutta: “Mio padre è nato nel 1943, sebbene fosse troppo piccolo quando successe, conosce i fatti perché per molti anni ne sentì parlare dai parenti e da altri della zona. Mi ha detto che le case intorno erano occupate dai tedeschi. In quella di mia nonna avevano messo una stazione radio. Il pilota è atterrato nei campi dei Michielotto detti “Lello”. Il pilota si nascose in un profondo solco. La “spagna” [ndr – Erba medica] in quel periodo era alta e lo nascose alla vista dei fascisti e dei tedeschi che lo cercavano dopo aver trovato il paracadute. Passati i fascisti e i tedeschi, il pilota lasciò il nascondiglio e si diresse camminando per i campi verso il fiume Tergola fino a raggiungere la casa della famiglia “Pozzer”. Il pilota venne accompagnato nel bosco del “Campagnon dei Bettanini”, e nascosto all’interno del tronco vuoto di un enorme albero secolare, dove la famiglia Pozzer gli portava da mangiare. Al termine della guerra, i Pozzer lo portarono dagli alleati. Gli ufficiali ringraziarono la famiglia per il soccorso prestato al pilota” . (5)

Il signor Antonio M., che aveva quattordici anni. “L’aereo aveva due code e due motori, passò sopra di qui [ndr – Via Cristoforo Colombo] e cadde cinquecento metri più in là. Il pilota è caduto dietro gli autoservizi Michielotto. I tedeschi e i fascisti lo cercavano nei campi sparando nei covoni di pannocchie, ma lui era già andato via”. (6)

La signora Pozzer è la sorella di Giacomo Pozzer, ora deceduto, colui che nascose il pilota: “ Non ho mai visto il pilota perché sono nata dopo la guerra. E’ stato mio fratello Giacomo a nasconderlo. Mi raccontarono che lo tenevano nascosto in una stanza scavata sotto il pavimento della cucina, mentre sopra c’erano i tedeschi, che eravamo obbligati ad ospitare. Alla fine lo portò nel “Boschetto” dei Bettanini”. (7)

Il signor Dino M., parente di Antonio, sebbene nato nel dopo guerra, ricorda cosa gli raccontarono i parenti: “ Il pilota è atterrato dietro gli autoservizi Michielotto dove ora c’è un bosco incolto. L’aereo invece è caduto dove una volta c’era un pescheto, al di là di via Paradisi in corrispondenza del capitello. Il pilota fu nascosto e alla fine lo tenne la famiglia Pozzer. Alla fine della guerra, uno del posto è andato in bicicletta fino a Santa Maria di Sala dove c’erano gli inglesi per dirgli che da loro c’era un pilota alleato. Subito partirono con una Jeep e recuperarono il pilota ancora nascosto dai Pozzer” . (8)

Altra notizia la si trova nel libro “La guerra di Lino”, dove il signor Lino Ceoldo, spiega ciò che vide quel giorno: “Io dico che a buttarlo giù è stata la mitraglia contraerea che era sull’orto di mio nonno [ndr – In via Prati di Vigonza] Io ero lì quando ha sparato. Ho visto scintille di fuoco e una scia di fumo nero. È caduto sui campi di Rossato al di là della via Basabò [ndr – Corrisponde alla zona di via Paradisi di Peraga], il pilota si è lanciato col paracadute ed è stato soccorso da una famiglia di contadini, l’aereo si è incendiato ed il serbatoio è esploso. Celestino Gardin e Lino Magro, che erano corsi a vedere, sono stati investiti dalla benzina ed hanno preso fuoco. Lino Magro se l’è cavata con un mese di ospedale mentre Celestino … è morto il mese” . (9)

Da tutte queste testimonianze si capisce che il P-38 fu colpito anche dalla contraerea appostata a Vigonza per terminare il volo in via Paradisi, dove s’incendiò ed esplose, causando la dolorosa perdita di Celestino Gardin. Invece Hurst, che era atterrato in una zona con le case occupate dai tedeschi, evitò la cattura nascondendosi alla vista dei fascisti e tedeschi che lo stavano seguendo (le persone viste dall’alto dal Second Lieutenant Donald, che li scambiò per civili), in fine fu nascosto dalla popolazione e dai partigiani, per poi essere recuperato dagli inglesi e far ritornare in patria, dove l’attendeva la moglie Mary Lucille.

Rimase in Aviazione partecipando anche alla Guerra di Corea; continuando il servizio prima con il dipartimento per la ricerca sulla sicurezza dei voli, con sede a San Bernardino, California, e poi, dal 1951 al 1955, sempre a San Bernardino, ma nella “Norton Air Force Base”, come investigatore specializzato in incidenti che coinvolgono nuovi modelli di aeromobile. Dopo ventidue anni di servizio, lascia l’aviazione con il grado di Lieutenant Colonel e per qualche anno apre un’Agenzia di pratiche auto; però il volo gli resta nel sangue, perciò chiude l’attività e ritorna a volare anche come capo pilota, per la “Swift Aire Lines”, compagnia aerea con destinazioni nelle principali città della California. Padre di tre figli e nonno di tre nipoti; si spegne a sessantasei anni il 18 ottobre 1985 a Santa Maria, contea di Santa Barbara, California, e li viene sepolto.

Per il suo servizio in Aviazione, Hurst ricevette le seguenti decorazioni: la “Distinguished Flying Cross”, la “Purple Heart”, la “Air Medal”, la “Humane Action Medal” per la partecipazione al “Ponte aereo per Berlino” nel rifornire la città bloccata dalle truppe russe (1948-1949), ed una “Presidential Unit Citation”. (10)

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Formazione di P-38 del 27th Fighter Squadron. L'aereo del Capt. Hurst è il terzo della fila. (www.fold3.com/image/48719178)

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Nella foto Hurst in occasione della sua intervista del 1969.

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NOTE AL TESTO

(1) National Archives and Records Administration (NARA), 8601 Adelphi Road, College Park, USA. Documento - “Registration Card No.4424” – Contiene i dati raccolti al momento dell’arruolamento.

(2) National Archives and Records Administration (NARA), 8601 Adelphi Road, College Park, USA – Documento “Missing Air Crew Report” (MACR) No. 14032, 24 April 1945 – Contiene i rapporti, i documenti e le testimonianze sui fatti accaduti a Hurst.

(3) L’articolo “Bagged 9 Germans. Swift Aire Pilot is P-38 Veteran” del 17 settembre 1969” si trova nel sito: https://photosfromthevault.wordpress.com/2010/11/23/john-d-hurst-wwii-fighter-pilot/.

(4) Archivio Storico del Comune di Vigonza – Categoria VIII, anno 1945, copia della lettera del 24/04/45, protocollo n°1528.

(5) Testimonianza del 6 luglio 2018.

(6) Testimonianza del 13 ottobre 2018.

(7 Testimonianza del 13 ottobre 2018.

(8) Testimonianza dell’8 febbraio 2020.

(9) Libro “La Guerra di Lino. Storiamemoria di guerra-e-pace a Vigonza”, di Domenico Ceoldo, anno 2009.

(10) Nel sito: https://photosfromthevault.wordpress.com/2010/11/23/john-d-hurst-wwii-fighter-pilot/.

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