20 novembre 1943 - Mosquito nr. HX869 - Repubblica di S. Marino

Operation Records Book (RAF Form 541): Pomigliano Nov. 19 Mosquito HX798 "U" F/S D. Bentley Sgt. V. Causeway Up 23.50 - Offensive Patrol - Failed to return

Archivio di Stato Forlì Tenenza di Rimini li 20/11/1943 Oggetto: Segnalazione = Stamane ore 2,30 in località "Fabbrico" (Repubblica S. Marino) precipitato aereo - nazionalità non precisata. - Apparecchio frantumatosi al suolo.- nessuna traccia componenti equipaggio tranne brandelli carne umana.- Presumesi trattarsi apparecchio ricognizione. Primi accertamenti eseguiti Gendarmeria S. Marino resi difficili resi difficili per condizioni atmosferiche. Divisione germanica interessata subito, proseguirà indagini.

Nel Raf Form 541 viene riportato il seriale HX798 ma questo fu sicuramente trascritto in modo inesatto in quanto non corrisponde assolutamente ad una immatricolazione di Mosquito. E' ormai consolidato, secondo i principali siti web che si occupano di ricerca aeronautica, che il seriale corretto sia HX869.

Le cause dell'incidente sono state studiate approfonditamente e di seguito riportiamo i link che trattano questo argomento. Le condizioni atmosferiche non sembrano essere la causa principale, in quanto è appurato che l'aereo aveva un motore fuori uso e forse un incendio a bordo.

Approfondimento su aviation-safety.net

Approfondimento su Reconnaissance of July, 4th,2017 on the crash of DH.98 Mosquito FB Mk VI, 23 Sqn RAF, HX869 by Giuseppe Macina and Luca Piancastelli

Documento tratto dal libro "La Repubblica di San Marino, Storia e Cultura: il passaggio della guerra, 1943-44; documenti e testimonianze" di B. Ghigi, L. Lotti - Rimini 1983, pag. 321-322 contenuto nella Relazione Macina-Piancastelli.

documento

Testimonianza del riminese Gori Cesare, all'epoca dei fatti sfollato con la famiglia nella Repubblica di S. Marino. Gori diverrà in seguito un valente storico aeronautico autore di numerosi libri sull'argomento.

Notte fra il 19 e il 20 Novembre 1943 - Tempo nebbioso e piovigginoso; molte persone si svegliano di soprassalto...un boato e, secondo qualche nottambulo, un lampo osservato non lontano da S. Marino città, in basso verso Ovest. Di prima mattina, assieme ad un amico ci precipitiamo nella zona indicata: il piccolo colle di Montecchio ubicato praticamente ai piedi del paese; raggiunto in una ventina di minuti. Tra i rottami erano già al lavoro alcuni militi della Luftwaffe, impegnati anche a tenere lontani i curiosi, via via sempre più numerosi. Per noi e per la nostra mentalità...impossibile stare lontani dal relitto di cui si scorgeva ciò che restava delle ali e soprattutto il cono terminale della fusoliera con gli impennaggi stranamente intatti e in perfetta posizione di "volo" con la deriva alta, diritta e svettante. Breve conciliabolo tra di noi e non tardammo a convenire trattarsi di un bimotore Mosquito. Convinti di ciò agganciammo il baffuto Maresciallo tedesco che comandava autorevolmente tutti gli altri. Poichè parlava italiano abbastanza bene cominciammo a farcelo amico dicendogli che noi sapevamo di quale apparecchio si trattasse. Lui cadde nella trappola e cominciò a provocarci credendo che barassimo..."E' un P-38!", e noi "Nain!" "E' un Wellington!" e noi "Nain!" Fra l'arrabbiato e lo scherzoso ci fece capire che lo prendevamo in giro e noi eravamo due perditempo incompetenti. A quel punto noi tirammo fuori il nostro sapere "Invece è un De Havilland Mosquito, bimotore totalmente di legno della RAF derivato dal civile Comet." Lui rimase di sasso, poi ci assestò robuste pacche sulle spalle, accompagnante da diverse esclamazioni "Gut..Gut!" e unici tra i presenti ci autorizzò ad avvicinarci ai rottami raccomandandosi di stare attenti ai nastri delle mitragliatrici. I corpi degli aviatori erano già stati portati via ma rammento di aver visto frammenti del cruscotto con evidenti macchie di sangue. Il maresciallo Luftwaffe ci permise di portare via un po' di materiale. Fra l'altro trattenni anche un pesantissimo riduttore dei giri motore e parti del blindovetro che (a lungo e tagliato a fette) sostituì le introvabili candele. Scoprimmo infatti che bruciava lentamente friggendo. Una vera manna.

Il nostro essere competenti in materia nasceva dalle assidue letture dei periodici e pubblicazioni aeronautiche (L'Ala d'Italia, L'Aquilone, Le Vie dell'Aria, Ali di Guerra, Der Adler, Signal) e dalla frequentazione dei corsi di identificazione presso la GIL di Rimini, corsi destinati solo a chi ci voleva stare.

Trattandosi di S. Marino nazione neutrale, i tedeschi fecero le cose in grande. Cerimonia funebre con picchetto armato, scariche di fucileria in aria e le due bare, coperte dalla bandiera britannica, sepolte nel cimitero principale di S. Marino ove tuttora riposano. Il luogo dell'impatto è ora destinato a parco giochi per bambini con altalene ecc. e mi sembra abbastanza alberato mentre a quel tempo era privo di alberi e coltivato.

Approfondimento e foto equipaggio su no23squadron.wordpress.com

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