La battaglia aerea del 30 dicembre 1943 sui cieli di Ravenna

Secondo i documenti ufficiali statunitensi il 30 dicembre 1943 una formazione di B-17 in volo sul nord Italia con obiettivo Verona incontrò una formazione mista composta da una decina di Me109 e Reggiane in prossimità di Padova. Gli aerei nemici riportati dalle fonti americane erano i cacciatori del JG 53 e JG 4, che ingaggiarono battaglia con i P-38 di scorta del 14th FG. Nello scontro che ne derivò almeno tre P-38 di scorta del 14th FG 48th FS vennero seriamente danneggiati. L'aereo del caposquadriglia Major Frederick W. Baggott fu colpito ad entrambi i motori: quello sinistro smise di funzionare, mentre al destro venne meno la sovralimentazione. Date le necessarie disposizioni via radio, Baggott intraprese il difficile volo di ritorno verso l'aeroporto di Triolo in Puglia, dove arrivò volando con un solo motore. Il secondo P-38, quello del 2nd Lt. Chester D. Erwin, fu visto perdere vistosamente liquido dal motore destro. Non si ebbero invece notizie del 1st Lt. Harrison H. Hannah, scomparso dalla vista dei compagni durante lo scontro. Erwin ed Hannah vennero dati per dispersi nell'area di Padova, con buone possibilità di essere sopravvissuti. Tra gli attaccanti venne registrata la perdita del Fw. Otto Vechtmann del I./JG 4. In realtà lo scontro avvenne sul cielo di Ravenna: secondo i dati tedeschi, i due P-38 furono abbattuti dal Fw. Muller del 7./JG 53 rispettivamente 3-5 km a sud e 20 km a nordovest della città. Tali dati sono risultati estremamente precisi come dimostra il ritrovamento dei resti dei velivoli americani.

Il 1st Lt. Hannah venne abbattuto presso Villanova di Bagnacavallo: l'aereo cadde planando e si schiantò in un terreno agricolo posto tra la via Aguta e la via Viazza Nuova mentre il pilota si lanciò atterrando presso il paese di Santerno. Fu certamente un episodio clamoroso per il piccolo paese di Villanova. Il sig. Antonio Tabanelli ricorda molto bene quella bella giornata di sole nonostante fosse inverno: "Tutto accadde verso le due del pomeriggio, l'americano fu preso prigioniero dai tedeschi a Santerno e portato a Villanova, dove fece il giro del paese tra due ali di folla". Il destino fu magnanimo nei suoi confronti: sopravvisse alla prigionia in Germania ed in seguito riprese servizio combattendo anche in Corea. Si congedò con il grado di maggiore e si spense il 25 ottobre 2000. Riposa al Riverside National Cemetery in California. Il suo aereo, P-38 G Serial Number 43-2511, fu piantonato per due giorni dalle forze dell'ordine poi, allentata la guardia, venne rapidamente smantellato dagli abitanti.

Il 1st Lt. Erwin, con un motore in fiamme, si lanciò presso S. Stefano (Ravenna) dove atterrò con il paracadute. Il suo caccia si fracassò al suolo presso la frazione di S. Bartolo. Il 30 dicembre era in corso il primo bombardamento di Ravenna, e per questo si ritenne che l'americano precipitato in zona fosse uno dei partecipanti a tale azione. Questo equivoco si trascina sino ai giorni nostri, come dimostra il libro uscito nel 2004 "Guerra in Romagna 1943-1945" di Gianni Giadresco: "Il primo bombardamento alleato su Ravenna avvenne il 30 dicembre 1943. Uno degli aeroplani incursori ebbe la peggio e il pilota si salvò gettandosi con il paracadute, toccando terra nei pressi di S. Stefano. I contadini della zona accorsero sul posto e, trovatolo privo di sensi, lo trasportarono in una vicina casa colonica dove gli fu prestato il necessario soccorso. Giunsero sul posto anche i soldati tedeschi, per sfuggire ai quali uno dei soccorritori, Dino Ravaioli, prese per un braccio il giovane americano e lo fece passare nei campi. Cercò di fare cambiare d'abito al pilota per favorirne la fuga, ma i due furono scoperti ed arrestati nel fossato nel quale avevano cercato di nascondersi". La caccia all'uomo che si scatenò immediatamente dopo l'abbattimento corrisponde pienamente a quanto descritto: Erwin venne tradotto in carcere assieme a colui che aveva tentato di salvarlo. Ma, se il pilota fu successivamente trasferito al campo Stalag Luft 1 a Barth Vogelsand in Prussia, dove rimase fino al maggio 1945, sorte ben peggiore toccò a Dino Ravaioli. Consegnato dai tedeschi alle autorità della Repubblica Sociale, venne processato e fucilato presso le mura del cimitero di Ravenna il 7 gennaio 1944. Nel Notiziario della GNR si legge: "Ravenna è bombardata per la prima volta. Colpita soprattutto la zona fuori Porta Serrata. I morti sono 42 compresi 24 soldati cecoslovacchi inquadrati con i tedeschi. Abbattuti due aerei nemici: Ravaioli, di S. Stefano, che assiste un pilota sceso col paracadute, viene fucilato". La sentenza venne così motivata: "Per aver prestato assistenza a militare nemico durante un'azione di guerra e per occultamento e favoreggiamento nei confronti dello stesso, avendo tentato di sottrarlo alla giusta cattura". A seguito del ritrovamento dei resti del suo aereo, il P-38 G Serial Number 42-12995, il sottotenente Chester Delmore Erwin fu contattato in Florida dove viveva, ed invitato a Ravenna dall'Amministrazione Comunale nell'ambito delle celebrazioni del 25 Aprile 2001. Accompagnato dalla moglie Katrine, ha rivisto per la prima volta i luoghi della sua drammatica esperienza e la casa di via Cella dove fu soccorso. In tale occasione ha rievocato la dinamica degli eventi di quel lontano giorno di dicembre: quel giorno Erwin era alla sua quinta missione; improvvisamente si trovò nel mirino di un nemico che lo colpì nell'abitacolo e nel cruscotto. Mentre in quegli istanti concitati si rendeva conto di non essere stato ferito, ricevette una nuova raffica che gli incendiò il motore destro. Al pilota non restò altro da fare che inclinare il velivolo e lanciarsi. Erwin ha ignorato per sessant'anni quale sorte toccò all'italiano che tentò di salvarlo e un profondo turbamento lo ha colto quando è venuto a conoscenza della sua tragica morte.

Il Fw. Vechtmann fu probabilmente colpito dal Lt. Hannah, come riporta sia da John W. Lambert nella sua storia del 14th FG sia Erik Mombeek nella sua opera dedicata al JG 4. Il suo aereo cadde in una zona paludosa a sudest dell'aeroporto di Ravenna. Riposa al cimitero tedesco del Passo della Futa.

La foto del Fw Vechtmann è tratta da "Storming the bombers" di Erik Mombeek

otto

Torna indietro