Un impolverato pezzo di fusoliera, dimenticato da tutti, nascosto dietro delle assi, in un vecchio capannone. Una vera capsula del tempo che ci regala, a distanza di 80 anni, una storia, un pilota, una missione. Sebbene non siamo in possesso di questo cimelio, che meriterebbe ampia visibilità in un museo, è nostro dovere di storici restituire ad esso la dignità di una storia che va oltre al “semplice” pezzo di aereo. Non è nelle nostre facoltà rivelare dove esso si trovi, né chi sia l’attuale possessore dopo che per decenni esso è rimasto custodito nel sancta santorum di un capannone agricolo, dimenticato e depredato della sua storia. Tuttavia, la foto di questo frammento di alluminio, che possiamo condividere, contiene tutti gli elementi per risalire alla sua storia e alla storia di chi l’ha pilotato per l’ultima volta.
Era il 22 dicembre del 1944. Il tenente Jan Kazimierz Preihs, polacco del 318° Sqn, era decollato da Forlì alle 14.00 per una missione di ricognizione tattica nella zona Imola-Bologna. Volava sullo Spitfire IX EN138, una buona macchina, visto che in linea il 318° Sqn Polish utilizzava ancora molti vecchi Spitfire Vc. Spesso ci dimentichiamo dei piloti che facevano ricognizioni tattiche e osservazione per artiglieria, ma erano bersagliati esattamente come i loro colleghi che invece svolgevano missioni di attacco e spesso venivano abbattuti, esattamente come gli altri. Questo è ciò che accadde al nostro tenente polacco, che venne inquadrato e centrato dalla flak tedesca presso Imola. Preihs virò immediatamente verso le linee amiche e con l’aereo danneggiato tentò di raggiungere Forlì. Passò il Senio, superò il Lamone e, con l’aereo che volava sempre più a bassa quota, tentò senza riuscirci di passare anche il Montone. Fece un disastroso crash-landing a 3 miglia dalla pista di Forlì, cozzando contro un albero e finendo catapultato fuori dall’abitacolo spezzato. Semi-cosciente fu aiutato da alcuni abitanti accorsi sul posto, caricato su una barella di fortuna e portato in un vicino ospedale da campo. Era grave, ma fortunatamente non in pericolo di vita; all’ospedale di Rimini gli furono riscontrate una frattura al cranio e numerose lesioni alla testa e alla colonna vertebrale.
E il suo aereo? I rottami furono ammucchiati presso un vicino capannone, dove restarono a lungo. Lentamente, con il trascorrere degli anni, molti pezzi furono venduti o riciclati, ma non quel pezzo di fusoliera, rimasto celato dietro delle vecchie assi.
La storia dell’incidente di Preihs è una storia come tante, fortunatamente finita bene per lui. Ma quel pezzo del suo aereo, con ancora ben visibile lo Squadron Code, lo ha fatto riaffiorare dalle innumerevoli pagine di rapporti redatti relativi agli aerei perduti su suolo italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Un aereo tra i tanti diventa quindi aereo unico, un pilota tra tanti, improvvisamente, prende volto e viene ricondotto a noi. Sono i fili invisibili, ma potenti, della storia.
Jan era nato il 3 agosto 1917 nel villaggio di Zielen e, diventato pilota nell’agosto del 1939, era stato travolto dall’invasione della sua Polonia. Dopo varie vicissitudini, compreso anche un internamento in campo di prigionia, riuscì a raggiungere La Valletta, da dove fu inviato ad una scuola di volo presso Bordeaux. Capitolata pure la Francia, ripiegò in Gran Bretagna, nascosto in una nave che trasportava carbone. Continuò l’addestramento come pilota sia di bimotori che di caccia e finalmente, il 14 settembre 1942, fu assegnato al 302° Sqn. Caccia “Poznaski”. Il 5 aprile 1943 fu riassegnato al 318° Sqn. “Gdanski” e inviato in Palestina ed Egitto, dove si addestrò alla ricognizione fotografica e alla correzione del tiro di artiglieria. Arrivò sul fronte italiano il 2 maggio 1944, dove fu impiegato anche come pilota da attacco al suolo nel 92° Sqn RAF. Fu anche pilota personale del comandante del V Corpo Britannico. Dopo un periodo di permanenza chiese ed ottenne di ritornare nel 318° Sqn, dove rimase fino alla fine della guerra congedandosi con il grado di Capitano. E’ stato insignito 2 volte della Croce al Valore, 2 volte della Medaglia dell’Aria e del Distintivo d’Onore per Ferite, completando un totale di 139 missioni di guerra. Dopo la guerra scelse di rimanere in Inghilterra, dove si guadagnò da vivere come restauratore di oggetti antichi. Morì il 13 febbraio 2014 a Woodbridge all’età di 96 anni.
Jan Preihs in addestramento in Scozia nel 1942 (fonte Aircrewrembered).