Recupero effettuato in data 4-5 ottobre 2014 da parte delle Associazioni "Archeologi dell'Aria" e "NAPVP"
24 aprile 1945, la guerra in Italia è arrivata all'atto finale. Le truppe tedesche, oramai costrette ad una drammatica ritirata verso le Alpi, si trovano a dover combattere anche contro un nemico non meno spietato dell'avanzata alleata, il fiume Po. Le forze anglo-americane avevano da tempo distrutto ogni ponte e reso inagibile ogni possibile mezzo che permettesse l'attraversamento del fiume, tanto che i tedeschi si trovavano a cercare la salvezza nei più svariati mezzi di fortuna o a nuoto, se necessario. I caccia alleati intanto hanno l'incarico di mitragliare ogni possibile target, siano soldati sbandati, siano mezzi militari. Le truppe tedesche oramai non limitano più i loro spostamenti alle ore notturne, ma si trovano a cercare scampo anche durante il giorno, nonostante gli incessanti attacchi aerei. Da una parte la certezza dell'imminente resa dei tedeschi, dall'altra la disperata ricerca di salvare almeno se stessi in una guerra oramai perduta: l'intero Gruppo di Armate germaniche ormai prive di carburante e praticamente immobilizzate, abbandonano i mezzi lungo le rive del fiume e vanno disintegrandosi ora dopo ora sotto il fuoco nemico. Il Comando Generale Tedesco, cieco davanti l'imminente disfatta, emana prima ordini per una ritirata verso le pendici meridionali delle Alpi, poi diramava appelli invocanti "una fanatica determinazione al combattimento" . Ma ormai non c'è più nessuno ad ascoltarli. Anche le esortazioni a concentrarsi sul bastione del "Ridotto Alpino" non hanno ormai più legame alcuno con la realtà". La realtà era che lungo il fiume Po, poi quello dell'Adige, i corpi dei tedeschi venivano portati via dalla corrente impetuosa, ormai insensibili al richiamo ad una fanatica resistenza per proteggere la Germania dall'avanzata alleata.
Il 24 aprile 1945 i caccia pesanti P-47D Thunderbolt del 79th Fighter Group USAAF partono dalla base di Cesenatico per attaccare i tedeschi in ritirata lungo l'argine del fiume Adige. Sono le 12.00, il tempo è CAVU, ovvero sereno, senza nubi e il capitano Arthur Halfpapp sale sul suo aereo sulla cui fusoliera appare scritto il nickname ZO-ZO. E' la sua 103esima missione. Quando Halfpapp ed i suoi gregari giungono all'altezza del fiume Po notano alcuni autocarri tedeschi in transito tra Ro e Guarda Ferrarese e si preparano all'attacco. Con queste parole il 1st Lt. Raffaelle Pasquale, che volava in formazione con Halfpapp, descrive l'intera sequenza: "Il capitano Halfpapp comandava la sua sezione per un bombardamento in picchiata in una strada parallela al fiume Po, essendo l'obiettivo 8-10 veicoli. Egli cominciò il suo primo passaggio da Ovest verso Est. Ci è sembrato che sia stato colpito durante la virata e, rovesciato, abbia centrato il terreno. L'aereo è esploso immediatamente". La sequenza che vede come protagonista l'abbattimento di Halfpapp è estremamente veloce. E' evidente che egli non ebbe il tempo di lanciarsi o di tentare di manovrare in alcun modo il suo aereo. Il corpo di Arthur Halfpapp èrimasto per 70 anni imprigionato nell'abitacolo del suo aereo, ad alcuni metri di profondità, senza che nessuno sia andato ad estrarne i resti e riportarli alla famiglia. Missing in Action. Disperso in azione.
Maggio 2014: il gruppo di ricerca Archeologi dell'Aria raccoglie la testimonianza di un aereo precipitato tra Ro e Guarda Ferrarese. Entrato in possesso del rapporto sull'abbattimento e la perdita di Halfpapp, mette in correlazione le due notizie ed inizia le ricerche sul campo. Alcuni ricercatori e storici AdA effettuano due sondaggi a distanza di qualche mese l'uno dall'altro. E' in agosto che gli Archeologi dell'Aria localizzano il luogo d'impatto dell'aereo e recuperano alcuni frammenti avio che confermano la presenza del crash. In un terzo, definitivo sondaggi, gli Archeologi dell'Aria decidono di aprire una collaborazione con il Museo di Felonica e la Gotica Toscana: l'entità del ritrovamento, la quantità straordinaria di materiale avio presente sul punto del crash e, non ultimo, la delicata questione del recupero del corpo di Halfpapp, rendono infatti necessaria l'interazione di più gruppi di ricerca. Ad ottobre, sotto la guida dal Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po un copioso numero di studiosi, ricercatori e volontari sia del gruppo AdA sia della Gotica Toscana si ritrovano per dare inizio ai lavori di recupero. Occorrono due giorni per estrarre dal terreno ogni singolo frammento avio e la sinergia di molte persone. L'elenco del materiale recuperato è lunghissimo. Citiamo solo a titolo di esempio: la piastrina di riconoscimento di Halfpapp, fibbia cintura uniforme di volo, orologio, parti della cuffia, parti di indumenti, pistola lanciarazzi, un paio di forbicine, salvagente, rottami della fusoliera, blindatura posteriore del pilota, blindatura anteriore abitacolo, strumentazione varia, 4 browning, ruotino di coda e parte del timone verticale, gruppo manetta con leveraggi, quello che resta del motore Pratt & Whitney caduto da 2000 piedi (600 m), una delle 4 pale dell'elica, e tantissimi altri bellissimi pezzi... . Presenti al recupero, dimostrando grande sensibilità non solo storica ma anche umana per la vicenda che riguarda la scomparsa e il ritrovamento del pilota americano, anche L'Amministrazione Comunale di Ro nella figura del sindaco Antonio Giannini, il sindaco di Felonica Annalisa Bazzi e rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri della stazione di Ro. Tutto è stato possibile anche grazie al supporto dei volontari della Protezione Civile di Ro che hanno fornito la logistica e sono rimasti di guardia la notte affinchè nessuno potesse avvicinarsi all'area interessata agli scavi. Il recupero è stato possibile grazie alla disponibilità dei proprietari dei campi Bruno e Lamberto Prearo e dell'affittuario Roberto Finottello.
Elena Zauli cfr. www.archeologidellaria