Quanti piloti militari durante i conflitti hanno perso la vita a causa di incidenti, avarie, errori umani? Quanti piloti hanno pagato il loro tributo di sangue non in un’eroica azione bellica ma in un “banale” contrattempo? Non è facile stabilirlo, perché dopo anni di studio ci siamo resi conto che esiste una specie di linea d’ombra, un limbo, dove non è facile reperire le giuste informazioni. Mentre per i piloti del Commonwealth britannico, grazie all’esistenza e alla relativamente facile reperibilità dei Diari Operativi (RAF Form 540 e 541), è possibile avere chiare e precise notizie, per i piloti statunitensi è più difficile. L’adozione dei MACR’s ha tagliato fuori dall’archiviazione post bellica tutta la casistica inerente gli aerei precipitati in territorio amico. Qualcuno di certo obietterà che comunque esistono i DOR’s ed i War Diary anche per l’USAAF…..ma spesso sono assai lacunosi o striminziti per lo storico che cerca informazioni precise e dettagliate.
Siamo a Cesenatico, inizio primavera del 1945. Per chi non lo sapesse, sul lungomare di Cesenatico in poco tempo fu costruito un aeroporto ad uso del 253° WING; 4 Squadroni, il 15° SAAF, il 454° RAAF, il 500° RAF ( con Martin Baltimore) ed il 600° RAF (con Beaufighter e Mosquito) utilizzano la nuova pista per azioni Night Intruder, scramble e pattugliamento marittimo. Negli anni abbiamo avuto modo di vedere molte foto dell’epoca, ma recentemente ci è stato sottoposto un altro scatto, inedito, che viene da un album fotografico di un aviatore del 600° Sqn. L’originale appartiene alla collezione di Mr. James Payne (https://m.throughtheireyes2.co.uk) che ci ha gentilmente concesso di pubblicare e ci è pervenuta dal Dr. Giorgio Spada, dell’Università di Urbino. La foto mostra il recupero dal Porto Canale di Cesenatico dei resti di un P-47 Thunderbolt dell’USAAF. Grande è il dispiegamento di mezzi, come grande è la ressa sia di militari che di civili curiosi. La domanda, che per uno storico sorge spontanea, è se è possibile riuscire a definire l’esatta cornice storica di quell’episodio, che abbiamo scoperto poi essere estremamente drammatica.
Siamo dovuti partire da zero, non essendoci nessuna data sul retro della foto e nessun altro riferimento. Il 79th Fighter Group dell’USAAF viene trasferito da Fano a Cesenatico il 22 marzo 1945. Si crea una situazione alquanto ibrida. Dalla stessa pista decollano bombardieri con equipaggi composti da inglesi, australiani, sudafricani, e cacciabombardieri P-47 con aviatori americani. Così si legge nei diari operativi del 454° RAAF: “23 March. Confusion to our peacefull surroundings was caused by some of our allies who all operate from the same drome”...C’è confusione: lo Status Quo, il solito tran-tran, pur insito in uno scenario bellico, è stato sconvolto dall’arrivo di una nuova forza aerea che opera dallo stesso aeroporto. Studiando l’ubicazione della pista, risultava assolutamente impossibile che quel P-47 fosse caduto nel canale per un caso fortuito, ma doveva esserci per forza finito dentro durante una manovra di decollo. L’altra considerazione, mia personale e quindi discutibile, era legata all’importanza dell’operazione di recupero e alla folla di curiosi. Difficilmente sarebbe stato fatto il recupero di un semplice relitto di aereo. Se a bordo non vi fosse stato nessuno, gli americani l’avrebbero semplicemente lasciato lì. Lo stesso Porto Canale era pieno di barconi semi affondati o rovesciati, perché prendersi la briga di estrarre l’ennesimo rottame? Perché non era il relitto che interessava agli americani, ma il pilota rimasto intrappolato al suo interno. Su queste basi è partita la ricerca, senza avere la certezza di portare a casa il risultato. Grazie all’opera dello storico Don Woerpel, sappiamo che il 24 marzo 1945 un pilota del 79th FG aveva perso la vita in un incidente in decollo. Nella sua opera ” The 79th Fighter Group Over Tunisia, Sicily and Italy in World War Two”, si legge testualmente: “Lieutenant Robert S. Robinette, a Skull pilot from Butler, Indiana, was killed March 24 when he struck a building on takeoff (he was carrying two 1000-pounders).”
Restava l’unica informazione disponibile. Solamente Woerpel aveva trovato, in qualche archivio negli USA, una traccia di questo episodio. Nemmeno nell’Honor Roll dedicato ai piloti da caccia americani pubblicato in rete si fa alcuna menzione nè al Lt. Robinette né al suo incidente. La descrizione dell’incidente occorso al Lt. Robinette descritta da Woerpel però poteva non collimare con quanto si vedeva in foto. Soprattutto, non era possibile collegarla con certezza a quello scatto. Poteva aver colpito un edificio e poi essere precipitato nel canale? Ogni ricerca sul web inerente il Lt. Robinette non dava alcuna informazione utile. Ci hanno aiutato gli inglesi del 600° Sqn RAF, nel loro Diario Operativo. Operando dallo stesso aeroporto, ci hanno lasciato una testimonianza. Così descrivono l’incidente: “24.3.45. The American 79th Fighter Group has joined us at this airfield. They are flying P-47s. One of their pilots had an unfortunately accident on takeoff and crashed into some lorries before finishing in a nearby canal. Altogether four people was killed”.
Non aveva colpito un edificio, ma alcuni autocarri. Non sappiamo se fu un suo errore o se fu tradito dal suo aereo. Poco cambia il senso della sua storia. A pieno carico di benzina e con due bombe da 1000 libbre sotto le ali, non prende quota, urta alcuni camion e finisce nelle acque del Porto Canale di Cesenatico. Nel drammatico incidente perdono la vita altre quattro persone, che come spesso si dice, si erano trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Crediti: https://m.throughtheireyes2.co.uk