Tre giorni dopo la grande battaglia aerea del 25 aprile 1944, sul cielo di Rimini si accese un altro violento scontro che vide precipitare sei caccia tedeschi ed uno statunitense. Anche in questo caso, le numerose testimonianze e i rapporti ufficiali non sono sempre concordi ostacolando la ricostruzione degli avvenimenti. In data 28 aprile fonti tedesche attribuiscono due vittorie all’Uffz. Gebers del JG 53 a sudovest di Rimini: in quel frangente sarebbero stati abbattuti o colpiti due caccia americani P-47, che in realtà non sono confermati da parte alleata. Lo storico tedesco Prien, autore della monumentale opera sullo JG 53, scrive in data 28 aprile:”Prima missione del giorno: partenza su allarme appena prima di mezzogiorno senza risultati. La seconda missione si svolse nel pomeriggio quando avvenne una battaglia con 30 B-24 e la loro scorta di P-47. Per il I° Staffel non ci furono risultati, ma il 2° Staffel perse due piloti dopo il combattimento con P-47 vicino a Rimini”. I due piloti erano il Fw. Hans Holstein (Me 109 W.Nr. 162470 “nero 2+”) e il Gefr. Gerold Becker (Me 109 W.Nr. 162255 “nero 12+”). A quel combattimento parteciparono anche i cacciatori del JG 77, come riporta sempre Prien nella storia del Geschwader 77, i quali ottennero una vittoria ed accusarono una perdita: all’Uff. Siegmund del 5° Staffel fu attribuito l’abbattimento di un P-51, mentre della perdita purtroppo si ignora l’identità. Da parte alleata esiste la conferma dell’abbattimento del P-51 B Serial Number 42-106549 del 1st Lt. James L. Rostron del 31st FG 307th FS.
Quel giorno la 15th USAAF inviò i suoi bombardieri su Piombino: la rotta di ritorno prevedeva il sorvolo della penisola ed il transito sul Mar Adriatico. Lo scontro si accese all'altezza di Rimini e proseguì a fasi alterne oltre Pesaro, quando sulla scena arrivarono anche i cacciatori del JG4. Il rapporto sulla perdita di Rostron dice che ingaggiò combattimento con caccia, poi di lui si perse ogni traccia. L’ora del combattimento sostanzialmente identica, 14,50 per i tedeschi e 14,45 per gli americani, conferma infine che si tratta dello medesimo scontro, riportato presso Rimini dai primi e “over Ancona” dai secondi. Nei diari del 31st FG si può leggere: Nella missione di scorta su Piombino del 28 aprile, Lt. Ainley distrusse un altro aereo germanico, un Me 109, assieme al Capt. Brown. Anche Lt. Harmeyer abbattè un 109 mentre Lt. Faxon ne danneggiò un terzo. (…) Lt Riddle abbattè un Me 109 durante la missione su Piombino, purtroppo Lt. Rostron fu disperso”. La versione americana conferma quindi la perdita dei tre tedeschi, due dei quali, Holstein e Becker, non sarebbero stati abbattuti da P-47 ma da P-51. La battaglia iniziò nel cielo di Coriano, dove sicuramente precipitarono Rostron, che perse la vita, ed un tedesco, del quale al momento è obiettivamente impossibile stabilire l’identità: Holstein, Becker o il terzo pilota del JG 77. Le ricerche effettuate sul posto con il prezioso aiuto del Sig. Daniele Celli di Rimini indicano che il Messerschmitt cadde presso Casa il Poggio ed il Mustang sul fianco della collina a est della casa a quota 92 sulle carte I.G.M. Inoltre, cercando nei registri cimiteriali della Parrocchia di Montetauro, Celli ha trovato la registrazione della sepoltura di Rostron. E' la conferma di quanto avvenne quel giorno, esattamente come scriveva Amedeo Montemaggi ne L’offensiva della Linea Gotica: “Il gruppetto tedesco si avanza sulla strada che da Case Nocentini porta verso Casa Savini, sulla cresta del crinale, quasi nel punto dove nell’aprile precedente erano caduti due caccia, un Me 109 tedesco e un Mustang americano, abbattutisi a vicenda”. Il luogo, citato dallo storico, è nei pressi di Montetauro di Coriano.
Si legge nel rapporto del Capo della Provincia sull’attività aerea nemica dell’8 maggio 1944: “Il giorno 4 corrente mese alle ore quindici circa è avvenuto un combattimento aereo fra caccia germanici ed americani. Un apparecchio germanico ed uno americano sono precipitati in fiamme sul territorio del comune di Coriano in località Montetauro”. In data 4 maggio non risulta esserci alcuna perdita né da parte tedesca né da parte americana. Anche estendendo le ricerche ai giorni adiacenti, l’unico episodio resta quello del 28 aprile. Nel libro La città invisibile di Fabio Glauco Galli è riportata la testimonianza di Rodolfo Francesconi, nato a Riccione nel 1928, il quale ricorda: "28 aprile 1944 ore 14:00 un notevole numero di caccia di scorta a circa 250 bombardieri in fase di rientro da Bologna si scontra, tra Rimini e Cattolica, con 18 caccia tedeschi decollati da Ferrara. 5 velivoli tedeschi vengono abbattuti. Gli alleati perdono nº 3 caccia, i piloti si sono salvati con il paracadute".
La caduta dei due velivoli presso Montetauro fu vista da molte persone, e tutte le testimonianze sono concordi nell’affermare che si scontrarono in volo. Costantino Casadei ricorda: "Noi siamo sfollati a casa di alcuni nostri parenti, a S. Aquilina, nei pressi dell’attuale Museo dell’Aviazione; la casa esiste ancora oggi, anche se decrepita. Qui ho assistito ad un combattimento aereo. Un caccia alleato si staccò da una formazione che volava alta, ed attaccò tre velivoli tedeschi; dopo avere abbattuto i primi due, si mise in coda ad un terzo e iniziò a mitragliarlo. Vidi l’aereo tedesco effettuare una impennata molto brusca, tanto che il pilota alleato non riuscì ad evitarlo finendogli addosso. I due velivoli esplosero precipitando sulla collina opposta alla posizione dove mi trovavo io. Penso che entrambi i piloti abbiano perso la vita". Romualdo Ugolini: "Quando c’è stato il combattimento aereo a Montetauro, i nostri rifugi erano già ultimati. Quel giorno noi eravamo fuori con le pecore, che tenevamo in una capanna, oltre il Marano, vicino alla casa di mio zio paterno “Giani”, quando all’improvviso abbiamo visto un caccia tedesco che basso, volava da Rimini in direzione di Morciano. Due caccia alleati lo hanno visto e gli ci sono gettati addosso. Sentiti i primi colpi di mitraglia, siamo corsi ai rifugi lungo il Marano, costruiti dagli uomini della zona. Una raffica è finita poco lontano da noi, alzando alti zampilli d’acqua nel torrente. Personalmente non ho potuto assistere al combattimento, mia mamma non voleva che rimanessi all’esterno, ben sapendo quanto fosse pericoloso, quindi non ho visto cadere nessuno di quegli aerei; se ricordo bene si diceva che due si erano scontrati in volo. Lo zio Urbano era rimasto sotto al portico di casa e ha potuto raccontarmi qualcosa".
Presso Rimini si troverebbe il crash-site di uno dei rimanenti caccia tedeschi, come ricorda Lazzaro Moretti, che all’epoca abitava sulla collina di Covignano: "Una volta da casa mia ho assistito ad un combattimento aereo tra un caccia alleato e uno tedesco. È accaduto in primavera, poteva essere verso Marzo, Aprile ‘44. Uno dei due velivoli ha iniziato a lasciare una lunga fumata nera e prima di andarsi a schiantare sul greto del Fiume Marecchia verso Spadarolo, ha sorvolato casa nostra passando molto basso, forse solo una decina di metri. Il pilota di quel velivolo, che se ricordo bene era tedesco, si era salvato lanciandosi con il paracadute".
Secondo fondate testimonianze, il crash-site del terzo aereo tedesco si troverebbe appena aldi fuori della nostra regione, nel territorio di Casinina-Auditore.
La seconda fase dello scontro avvenne sui cieli di Pesaro, quando entrò in azione il JG4 che si era messo all'inseguimento delle formazioni alleate. I tedeschi non ebbero fortuna, in quanto subirono tre perdite senza mettere a segno alcun colpo. Dei tre abbattuti si salvò solamente il Lt. Roderich von Engelhardt, mentre gli Uffz. Bruno Walter e Werner Ackermann precipitarono con i loro Messerschmitt nel territorio di Pesaro.
le immagini mostrano il luogo presunto della perdita di Rostron (NARA) ed il registro della Parrocchia di Montetauro