19 febbraio 1945 - Boston V nr. BZ607 - Susegana (TV)

Operation Records Book (RAF Form 541): Falconara Night 19/20 Feb. Boston V BZ607 - W/CDR Thomson R.R. DFC - F/L Robb J.R. - W/O Cameron J.S. - W/O Taylor S.I. - Up 1805. Twelve aircraft (10 on target and 2 on nickeling) were briefed. The aircraft on the targets were divided into 8 sections, with two aircraft on a recce of the TREVISO-CASARSA-MESTRE area, 3 aircraft on the marshalling yards at CODROIPO and 5 aircraft on the marshalling yards at CASARSA. Unfortunately one of our aircraft piloted by W/C RR Thomson D.F.C. failed to return from the recce

http://www.joebaugher.com/usaf_serials/usafserials.html: Douglas A-20K-15-DO Havoc 44-763 to RAF as Boston V BZ607. Missing from night intruder mission Feb 19, 1945.

LuftgauKommando rapporto ME2884: 19 Feb 45 2000 hrs Boston 114 B Sqd. 232 Wing Susfegana S. Lucia

Secondo le informazioni contenute nei diari operativi del 114° Sqn. RAF, l'aereo cadde un miglio a est di Susegana, come confermato anche dal rapporto LuftgauKommando. Nel maggio del '45 una squadra di ricerca inglese si recò infatti nella zona in cerca di notizie sulla sorte dell'equipaggio, raccogliendo le testimonianze dagli abitanti del luogo. Nei pressi di Susegana trovarono i resti del velivolo, che era stato colpito da flak presumibilmente presso Nervesa, e le sepolture di tre dei quattro membri dell'equipaggio: Thomson, Cameron e Taylor. Contemporaneamente allo Squadron giunse la notizia che il navigatore Robb, unico sopravvissuto, stava rientrando in patria dopo aver trascorso gli ultimi mesi di guerra in un campo di prigionia in Germania. Nel novembre del '45 le salme dei tre caduti furono traslate all'Udine War Cemetery.

Testimonianza di Zanchetta Modolo Antonio Classe 1939, di Susegana, intervistato il 22 agosto 2019: All’epoca dei fatti avevo 6 anni, era febbraio o marzo del 1945, mancavano pochi mesi alla fine della guerra, abitavo in via Fornace Vecchia a Susegana, in una casa di campagna. Quella sera, alle 22.30 circa, ero a letto, come tutti i piccoli, mentre gli adulti erano in stalla a chiacchierare. Ad un tratto mio padre sentì dei colpi di cannone provenire da Ponte della Priula e un rumore di aereo, Pippo, era sempre lui, veniva almeno due volte a settimana a trovarci. Però Pippo faceva un rumore strano quella notte, mio padre corse fuori e vide l’aereo in fiamme provenire da Ponte della Priula e dirigersi verso il centro di Susegana; ad un tratto l’aereo virò bruscamente, quasi ad evitare le case e si schiantò a 20 metri dalla nostra casa. Ci fu una fortissima esplosione, mia madre corse a svegliarmi e ricordo chiaramente che aprì il balcone e vidi una luce fortissima, subito non compresi di cosa si trattasse, il tempo di correre fuori e vidi i resti dell’aereo in fiamme in giardino mentre i tedeschi che erano giunti sul posto ci dissero che era esplosa una bomba dell’aereo mentre una era ancora intatta e dovevamo scappare subito, solo mio padre fu autorizzato a rimanere. Andammo a prendere le mie sorelle che dormivano nella camera al piano terra e scoprimmo che un grosso pezzo di bomba si era conficcato nella testa del letto sfiorandole di poco. Io, mia madre, i miei fratelli e sorelle andammo a dormire da un mio zio che abitava in centro a Susegana. Il giorno seguente, mio padre ci disse di tornare in quanto il fuoco era praticamente spento e ricordo bene che corsi a vedere i resti dell’aereo, c’erano 3 corpi carbonizzati, il pilota e il copilota erano ancora ai loro posti, mentre un terzo era a 20 metri dall’aereo anch'egli carbonizzato. Mio padre mi disse che aveva visto un paracadute e aveva detto al soldato di scappare, ma seppe che venne catturato quasi immediatamente dai tedeschi mentre si nascondeva su di una pianta di Gelso. I tedeschi estrassero i corpi e chiesero a mio padre dove potevano seppellirli e decise di metterli vicino alla siepe; i tedeschi scavarono tre buche poco profonde e li seppellirono fin quando, finita la guerra, venero gli inglesi a recuperarli, ringraziandoci per quello che avevamo fatto. Mia madre ogni domenica mi mandava a portare dei fiori nelle tombe dei tre poveri aviatori. Nei giorni a seguire, i tedeschi portarono via i motori e gran parte dell’alluminio, anche se noi riuscimmo a sotterrarne un po’ per venderlo; un giorno camminando nei pressi della zona dello schianto trovai una scatola verde, con delle scritte, chiusa benissimo, era intatta, la aprii e dentro ci trovai tantissime caramelle; corsi a casa e mia madre mi disse di non toccarle perché potevano essere velenose e così chiamò i tedeschi; venne un Capitano, o almeno penso lo fosse, rassicurò mia madre e disse che poteva darmene una al giorno perché erano fin troppo nutrienti per me che ero piccolo. Chissà, forse erano qualche parte delle razioni K.”

Grazie ad Alessandro Cianchetta per la ricerca storica.

crash

Zanchetta Antonio sul luogo del crash presso la sua casa dell'epoca

siepe

La siepe in fondo alla strada, luogo di sepoltura dei tre aviatori

Alessandro

Il testimone con Alessandro Cianchetta

Il nostro progetto di salvaguardia e conservazione di tutto ciò che è inerente al mito di Pippo non può non tenere conto di un notevole, anche se platealmente fasullo, tentativo di tramandare ai posteri la caduta del Boston a Susegana. In una osteria della città fa bella mostra un servizio fotografico che “documenta” l’episodio. Si tratta di un abile fotomontaggio che non può che farci sorridere. Le didascalie riportano: “ Armstrong Withworth 29 – Pippo, aereo inglese perito il 19/02/1945 ore 21 circa, sulla campagna della famiglia Modolo Zanchetta”.

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